CINERECENSIONE | Una lettera per Momo


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«E se si incontrano dei dèmoni, cosa bisogna fare?»
«Be', non mostrare di avere troppa paura o gliela darai vinta. Raccogli tutto il tuo coraggio e guardali con sfida, penseranno che sei un tipo in gamba e non si faranno più vedere. Mio padre sosteneva che fossero tremendamente codardi, ma chissà se è vero, chi lo può dire?»

Risultati immagini per una lettera per momoQuesto film l'ho trovato per caso su Facebook, un giorno, pubblicizzato da una fan page dello Studio Ghibli. All'inizio infatti pensavo appartenesse a questo studio, ma mi sono dovuto ricredere. Il film è infatti prodotto dallo studio di animazione Production I.G con la collaborazione della Pierrot. Ma nonostante questo, le somiglianze dei disegni con quelli di Hayao Miyazaki sono impressionanti. Non fraintendete, non sto sostenendo un qualche tipo di plagio, anzi, il mio è più che un complimento.

Il film ha come protagonista Momo, poco più di una bambina, che però ha già dovuto sopportare un dolore molto più grande di lei: la morte del padre, dovuta ad un naufragio. Proprio per questo, insieme alla madre, ha dovuto trasferirsi nell'isola di Shio, lontana dalla città nella quale viveva, Tokyo.
Fin da subito notiamo il rimorso incontrollato di Momo, un male nero e pesante che si porta dentro da quando il padre è morto, perché l'ultima volta che l'ha visto ha avuto una pesante discussione con lui.
Momo, però, porta dentro anche una minuscola speranza: dopo il funerale del padre, ha trovato nel suo studio una lettera incompleta, che recita solo “Cara Momo”. Una lettera che conserva gelosamente, quanto un tesoro, cercando di completare le righe rimaste bianche e di immaginare cosa il padre avrebbe voluto dirle.

Una volta arrivata sull'isola, Momo incontrerà presto tre personaggi tanto bizzarri quanto brutti: tre yokai (demoni) guardiani di nome Iwa, Kawa e Mame (il mio preferito fra i tre) che la seguono dappertutto e la controllano. Infatti il loro compito è quello di vegliare su Momo e sua madre, finché non sarà il padre stesso a farlo...

"Sai, Momo, il motivo per cui ci troviamo qui è che abbiamo un piccolo legame con tuo padre. Il fatto è che tutti gli esseri umani, quando muoiono, prima vagano per un po' di tempo sulla terra, poi si dirigono di sopra, e durante il tragitto necessario per andare dalla terra a di sopra non sono in grado di vegliare sulle famiglie che hanno lasciato. Quindi il compito di noi guardiani consiste appunto nel vegliare le famiglie dei defunti in questo lasso di tempo e riferire le loro condizioni, capisci? Ah, tuo padre arriverà a destinazione tra poco, e a quel punto sarà in grado di proteggervi di persona, così finalmente il nostro compito sarà terminato."

I tre demoni sono cleptomani, buffi e un po' folli, sarà quindi impossibile per Momo, dopo l'iniziale shock nel vederli, non affezionarcisi. E insieme a loro vivere piccole ma grandi avventure, che la faranno crescere e diventare grande, confrontandosi con il suo dolore e quello della madre, forte all'apparenza ma che nasconde una grande sofferenza e fragilità.

Momo però non incontrerà solo i tre simpatici demoni, ma anche degli amici. In particolare Yota, che sarà per Momo un prezioso amico sul quale contare sempre.

La trama del film sembrerebbe a prima vista banale, ma vi assicuro che la trama non rende giustizia a questo capolavoro. Il dolore della perdita di un padre per una bambina è un tema delicato e fragile, che questo film ha saputo rendere reale e pulsante. Ma nonostante il tema del dolore, questo film è un inno alla vita, alla felicità delle piccole cose e all'amore nella sua forma più pura.

La ricchezza dei dettagli e delle ambientazioni sono stupefacenti, i silenzi tipici dei film di Miyazaki (di cui questo film sembra essere un continuo riferimento) si incontrano anche qui. Silenzi ricchi di significato, pieni di immagini ricche e spettacolari: le alture dell'isola di Shio, le iconiche e antiche casette di legno della campagna giapponese, i vari templi e templietti sparsi per l'isola che ci fanno assaporare l'autenticità ancora esistente di quei luoghi rurali.

Il mondo di Momo è infatti popolato da gente semplice e affascinante, da bambini che si divertono a tuffarsi giù da un semplice ponte, da tazze di tè verde e ortaggi coltivati con cura e fatica.

La distinzione fra mito e realtà si fonde nel film. Contrariamente a noi occidentali, in Oriente l'aldilà e  il mondo degli spiriti non sono una realtà metafisica, irrangiungibile e distaccata dal mondo materiale, ma al contrario è presente tanto nel mondo materiale, quanto il mondo materiale è presente nel mondo degli spiriti. Sono legati e indissolubili. Due facce della stessa medaglia.
Una delle scene che ho più apprezzato è stata quella della sorellina di Yota, Umi, che riesce a vedere anch'ella i demoni. Questo ci fa capire quanto detto finora, che il mondo degli spiriti è accessibile, ma solo a chi riesce a guardare con il cuore e gli occhi di un bambino, spogliato da criticità e oggettività razionale tipica del mondo adulto.

Una lettera per Momo è un film da assaporare e lasciarsi trasportare. Commuovente e straziante ma anche meraviglioso e sorprendente, capace di farci innamorare della vita e di far capire che la felicità sta nel vederla nei piccoli gesti di ogni giorno e nelle persone che ci vogliono bene; che il dolore è una parte naturale dell'essere umano, che ha un suo spazio e che va affrontato, ma mai dimenticato, perché è parte di noi.

  VOTO: 

A presto, Viandanti

Midori

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